SCOPERTA L’ORIGINE DELLA FEBBRE

Il meccanismo che scatena una delle reazioni più comuni dell’organismo è la sequenza di segnali che viene attivata ‘in caso di emergenza’ dalla famiglia di sostanze-spia delle infiammazioni, le prostaglandine, prodotte dai vasi sanguigni del cervello. La scoperta, che apre la via alla possibilità di mettere a punto farmaci più efficaci, si deve al gruppo dell’università svedese di Linkoping coordinato da Daniel Björk Wilhelms, che ha pubblicato lo studio sul Journal of Neuroscience.

Il meccanismo che genera la febbre
La febbre è una risposta ad un’infiammazione, ma ”nel caso di gravi infezioni – spiega David Engblom, uno dei ricercatori – può essere una cosa buona”. Già 11 anni fa Engblom aveva scoperto il meccanismo dietro la formazione delle prostaglandina E2 durante la febbre. Queste molecole-spia non possono attraversare la barriera fatta di vasi sanguigni, che protegge il cervello da sostanze pericolose. Il ricercatore svedese ha dimostrato invece che le prostaglandine possono essere sintetizzate da due enzimi presenti nei vasi sanguigni del cervello, prima che si spostino all’ipotalamo, dove si trova il ‘termostato’ del nostro corpo.

Il nuovo studio
In questo nuovo studio i test sono stati condotti su topi privi degli enzimi COX-2 e mPGES-1 nei vasi sanguigni cerebrali. Una volta infettati gli animali con tossine batteriche, i ricercatori hanno visto che la febbre non compariva, mentre gli altri sintomi dell’infiammazione sì. ”Ciò dimostra – prosegue Engblom – che le prostaglandine responsabili della febbre si formano nella barriera sangue-cervello e da nessun’altra parte

Gli Italiani non vedono il proprio dentista regolarmente

Sono fortemente consigliati frequenti check-up dentali. Tuttavia, non tutti gli italiani vedono il proprio dentista regolarmente.

Roma, Italia: Da una recente ricerca è stato rilevato che quasi un quarto degli italiani non hanno visto un dentista negli ultimi due anni. Secondo un sondaggio, un numero significativo di persone nel belpaese – specialmente al sud – evita il check-up dentale.

Come riportato dal sito www.gazzettadelsud.it, l’Istituto di ricerca per la salute Demoskopea ha condotto un sondaggio su 37.000 persone tra i 18 e i 65 anni di età per conto di Dottori.it, un motore di ricerca che consente agli utenti di trovare lo specialista più vicino e prenotare una visita. Dall’indagine è emerso che gli italiani tendono ad evitare i controlli medici, in particolare per occhi e denti: quasi il 23% degli italiani non si è sottoposto a un check-up dentale per più di due anni.

Il sito ha segnalato che il peggior dato statistico arriva dal sud Italia, così come per Sicilia e Sardegna. Anche la Liguria riporta dati scoraggianti, mentre le persone che vivono nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lazio sembrano essere più coscienziose in termini di cura preventiva.

LA PREVENZIONE: UNICO MODO PER RISPARMIARE DAL DENTISTA

La prevenzione, l’unico modo per risparmiare dal dentista
e mantenere sano il proprio sorriso
Sono 4,9 milioni, l’8,2% delle persone di 3 anni e più, le persone che dichiarano di non essere mai state
dal dentista: il 7,6% dei cittadini italiani dichiara di non aver mai visto un dentista, percentuale che
sale al 16,1% se si considera i cittadini stranieri. A indicarlo è l’Istat che evidenza come in particolare a
trascurare la visita annuale dal dentista siano i bambini fino a 5 anni, oltre il 75% non effettua una visita
di controllo, mentre per le altre face di età meno della metà le effettua regolarmente.
La prevenzione in odontoiatria, consigliano i Dentisti ANDI, è il modo più efficace per mantenere una bocca sana perché
aiuta a conservare i denti e quindi a ridurre nel tempo la necessità di cure odontoiatriche più estese. Le due principali
cause di perdita dei denti sono la carie e le malattie gengivali. Meglio e più preveniamo queste due patologie, più avremo
la possibilità di mantenere i denti per tutta la vita.
Se il dentista e il paziente lavoreranno insieme, sarà possibile prevenire in gran parte la necessità di trattamenti di
otturazioni ed estrazioni. Il dentista può prescrivere una serie di misure preventive per tenere la vostra bocca in buone
condizioni, ed elaborare un “piano di mantenimento” per mantenere buone condizioni di salute orali. Oltre ad una
corretta igiene orale domiciliare per mantenere sani denti e bocca, si dovrebbe effettuare almeno una volta all’anno una
visita di controllo dal proprio dentista di fiducia.
Durante la visita il proprio dentista controlla le condizioni di denti e gengive per poi suggerire le eventuali terapie
necessarie . Se necessario esegue una meticolosa pulizia dei denti con rimozione di tartaro e placca batterica e mostra le
corrette modalità per spazzolare e pulire gli spazi interdentali con spazzolini o filo interdentali e per rimuovere la placca
batterica che si forma costantemente sui denti. Il dentista descrive e prescrive i prodotti per igiene orale più indicati
nei singoli casi. Cercherà inoltre di modificare le abitudini alimentari scorrette e gli stili di vita dannosi , come il fumo e
l’eccessivo consumo di bevande alcoliche.
L’obiettivo principale è quello di ottenere una vera condizione di buona salute orale e quindi una bocca sana, rendendo
più difficile che carie o malattie gengivali costituiscano un problema costante.

Maltrattamenti ai minori: richiesta al Governo di un registro nazionale dei traumi dentari

 

Maltrattamenti ai minori: richiesta al Governo di un registro nazionale dei traumi dentari

 

Il mondo dell’odontoiatria chiede all’Italia un passo avanti in tema di maltrattamenti ai minori, come hanno fatto Usa e paesi scandinavi che si sono dotati di Registri per censire i traumi dentari.

 

Al congresso della Società Italiana di Traumatologia Dentale svoltosi a Cagliari al T-Hotel con l’Associazione Italiana Odontoiatri, i presidenti delle due associazioni, Enrico Spinas per SITD e Pierluigi Delogu per AIO, hanno presentato il 23 giugno richiesta ufficiale al Governo di istituire un Registro nazionale dei traumi dentari.

Oggetto di una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per un incontro con AIO e SITD mirato a istituzionalizzare una Giornata Nazionale della Promozione della Salute Orale da celebrare il 20 marzo di ogni anno, la richiesta è stata avanzata sotto gli auspici del presidente del Collegio dei docenti Antonella Polimeni, la quale ha presentato le Linee guida sui traumi del Ministero, inquadrandole nel più ampio campo delle linee guida sulla prevenzione varate nel 2012, sottolineando come i traumi dentali possano essere spia di maltrattamenti su minori o di negligenza nei loro confronti.

Odontoiatria italiana dunque unita nel rappresentare le istanze dei minori appartenenti a tutte le fasce sociali. Evento di aggiornamento Ecm in primo luogo, il congresso ha registrato oltre 400 presenze in due giorni di relazioni (più di 200 partecipanti al giorno). Tra i principali interventi, quello di Damaso Caprioglio, decano e socio fondatore SITD, autore di un excursus storico della società di Traumatologia in Italia e in Europa e la Lectio Magistralis di Nicola Perrini, presidente della prestigiosa Associazione Amici di Brugg.

LA SALIVA PUO’ INDICARE IL RISCHIO DI DIABETE NEI BAMBINI

 

I test salivari sui bambini potrebbero aiutare a stabilire se sono a rischio di malattie metaboliche, come il diabete.

 

CAMBRIDGE, Mass., USA: Un recente studio ha suggerito che l’analisi della concentrazione di specifici biomarcatori salivari potrebbe essere una valida alternativa ai numerosi prelievi di sangue per determinare il rischio di malattie metaboliche nei bambini obesi. Gli scienziati sperano che i risultati di questo studio contribuiranno allo sviluppo di strumenti di screening non invasivi per la diagnosi precoce e la prevenzione del diabete e di altre malattie sistemiche.

 

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato campioni di saliva di 744 pazienti, originari del Kuwait, tra i 10 e i 12 anni, con varie tipologie di costituzione: sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesità. I ricercatori hanno poi analizzato i campioni di 20 biomarcatori e scoperto che quattro di questi cambiavano significativamente con l’aumento dell’obesità.

Nei bambini obesi, i livelli salivari di insulina e leptina erano quasi tre volte superiori e la proteina C-reattiva salivare era quasi sei volte superiore rispetto a quella di bambini di peso normale. Inoltre, nel gruppo dei bambini con obesità, l’adiponectina aveva un livello più basso di circa il 30%.

Secondo i ricercatori, l’incremento di insulina nel plasma è una caratteristica del diabete di tipo 2 e numerosi studi sull’uomo hanno dimostrato l’associazione di elevati livelli di proteina C-reattiva con la malattia. Hanno quindi suggerito che lo screening della saliva potrebbe aiutare a identificare i bambini a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

«L’importanza della prevenzione è evidente, e per attuarla veramente dobbiamo concentrarci sui bambini» ha detto il dott. J. Max Goodson del Forsyth Institute, istituto indipendente di ricerca negli Stati Uniti specializzato in salute orale e relative condizioni, che ha condotto lo studio. Ha inoltre aggiunto «Questo studio è emozionante perché i metodi non invasivi sono fondamentali quando si tratta di bambini. La diagnostica salivare potrebbe fornire un’alternativa più accettabile, che potrebbe creare un nuovo paradigma per la ricerca in salute preventiva».

Allo studio hanno partecipato i bambini del Kuwait Healthy Life Study, un’indagine longitudinale condotta su più di 8.000 bambini in collaborazione con l’Istituto Forsyth. I campioni e i dati salivari sono stati raccolti durante le 182 visite eseguite in 39 scuole kuwaitiane tra ottobre 2011 e maggio 2012.

Lo studio, intitolato “Metabolic Disease Risk in Children by Salivary Biomarker Analysis”, è stato pubblicato online il 10 giugno sulla rivista PLOS ONE.

DALLA TOSCANA IL DIVIETO DI EFFETTUARE TRATTAMENTI DI SBIANCAMENTO DENTALE NEI CENTRI ESTETICI

Dalla Toscana il divieto di effettuare trattamenti di sbiancamento dentale nei centri estetici. Spetta all’odontoiatra la decisione sull’opportunità di effettuarli

Dalla Toscana il divieto di effettuare trattamenti di sbiancamento dentale nei centri estetici. Spetta all’odontoiatra la decisione sull’opportunità di effettuarli

A seguito di un preciso quesito posto dai Carabinieri dei NAS di Livorno all’Assessorato al Diritto alla Salute della Regione Toscana sulla possibilità di effettuare trattamenti di sbiancamento dentale con l’utilizzo di lampade a led nei centri estetici, il CSR (Consiglio Sanitario Regionale) della Toscana risponde (in data 3 giugno 2014) con il parere N58/2014 in cui indica che la responsabilità dei trattamenti sbiancanti rientra tra quelli dell’odontoiatra.

Il parere ribadisce, inoltre, che la lampada a LED non rientra tra le apparecchiature che può avere un centro estetico (DM110/2011) e che l’estetista può effettuare prestazioni e trattamenti solo sulla superficie corporea (LR 28/2004) e non su organi interni a cavità naturale, quali sono i denti all’interno della bocca.
Questo pronunciamento risulta essere importante in quanto si riferisce a trattamenti effettuati con lampade che utilizzano gel sbiancanti con rilascio di perossido di idrogeno in percentuale inferiore allo 0,1%.
Nell’esprimere il proprio parere il CSR ha sentito la componente odontoiatrica che ha sottolineato come anche trattamenti con tale percentuale di rilascio di perossido di idrogeno dovrebbero essere preceduti da visita odontoiatrica che ne accerti l’assenza di controindicazioni o di fattori di rischio in quanto sulle stesse indicazioni di tali prodotti sono riportate avvertenze quali:

  • non utilizzare su bambini di età inferiore a 12 anni
  • non utilizzare in donne in stato di gravidanza
  • non agisce su denti ricostruiti con otturazioni corone ponti o faccette
  • non abusare nell’uso
  • non utilizzare nelle due settimane precedenti o successive ad interventi chirurgici
  • chiedere consiglio al proprio dentista se si soffre di ipoplasia o di altre patologie correlate alla fragilità dello smalto.

ANDI esprime un giudizio estremamente positivo sul parere del CSR Toscano che fa chiarezza su un tema importante quale è la responsabilità dell’indicazione e dell’effettuazione dei trattamenti sbiancanti con l’uso di lampade a led.

Non più tabacco per evitare la “faccia da fumatore” e l’alito sgradevole

“No smoking be happy – Per il tuo sorriso” campagna di sensibilizzazione Andi contro i danni al cavo orale del fumo di sigaretta in occasione della giornata mondiale senza tabacco (31 maggio).

 

Per la Giornata mondiale senza tabacco indetta dall’OMS, che si celebra ogni anno il 31 maggio, la Fondazione ANDI onlus rilancia No smoking be happy – Per il tuo sorriso, campagna di sensibilizzazione e prevenzione, realizzata in collaborazione con Fondazione Veronesi e Fondazione ISI, rivolta a dentisti e operatori del dentale nei confronti di patologie non oncologiche correlate al tabagismo e di pertinenza dento-facciale e odontostomatologica.

Tra le principali cause di molti tipi di malattie, dal tumore all’infarto, molto meno note sono invece le conseguenze del fumo da sigaretta sulla salute del cavo orale come danni ai tessuti orali e periorali, a denti e gengive ma anche al viso, con ricadute, spesso pesanti, sulla sfera personale e sociale del fumatore. Grande l’importanza del ruolo del dentista nell’accrescere la consapevolezza dei rischi per la salute orale associati al consumo di tabacco e nel sensibilizzare i pazienti all’adozione di corretti stili di vita utili per prevenire le malattie fumo-correlate.

Il tabacco contiene più di 4.000 sostanze nocive che danneggiano immediatamente la pelle compromettendone, tra le altre caratteristiche, l’elasticità e il colorito. Un fumatore appare molto più vecchio di quanto non sia. Pelle grigiastra, lieve affondamento delle guance e rughe caratteristiche che si irradiano dalle labbra e dagli angoli degli occhi, ne definiscono quella che è stata classificata come “faccia da fumatore”. Fumare rende l’alito sgradevole e facilmente avvertibile. Di qui il forte consumo di chewing gum e mentine ricchi di zucchero e/o acido citrico fattori di erosione dello smalto.

Il fumo è causa inoltre di macchie giallognole su denti naturali o otturati o ricoperti da corone, facilita la deposizione della placca batterica e l’accumulo di tartaro con conseguente aumento di carie, diminuisce l’ossigeno presente nelle gengive. In questo modo riescono a sopravvivere solo i batteri più aggressivi responsabili delle forme più gravi di parodontite (piorrea) con ritiro delle gengive, mobilità dentaria e precoce perdita dei denti, 3 volte più probabile nei forti fumatori. Da non trascurare infine che oltre l’80% circa di tutti i tumori maligni della bocca (labbra, guance, lingua, gola, gengive etc.) è attribuibile all’uso di tabacco. L’associazione tabacco-alcool moltiplica ulteriormente il rischio.

Denti da buttare? No, grazie. Meglio conservarli per le cellule staminali della polpa

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Sezione di Farmacologia dell’Università di Torino diretto da G.N. Berta (Professore aggregato di Farmacologia e Tossicologia) formato da F. Di Scipio, A. Esprio e M. Carere, ha dimostrato la capacità delle staminali adulte estratte da polpa dentaria di differenziare in modo utile e significativo.

 

Allo stato attuale le conoscenze scientifiche sulle staminali adulte non bastano per approvare un loro utilizzo clinico (tranne i trapianti di midollo osseo e di cute autologa). Cionostante, scommettendo sulle loro potenzialità, un sempre maggior numero di persone richiede la crioconservazione delle proprie. Un servizio di preservazione di staminali della propria polpa dentaria all’estero è già iniziato, mediante banche biologiche specializzate per un futuribile impiego autologo, possibile, ottimo, investimento per la salute.

Fonte principale delle staminali attualmente è il midollo osseo, ma poiché le tecniche estrattive sono invasive ed onerose, fondamentale identificare nicchie anatomiche alternative valide e di più facile accesso. Numerose ricerche hanno dimostrato la possibilità di isolarle a livello dei tessuti odontogeni, quali il legamento parodontale, la papilla apicale di denti immaturi estratti, il follicolo dentale e, soprattutto, la polpa dentale di denti decidui e permanenti. Soprattutto i denti estratti, trattati oggi come rifiuti biologici, potrebbero rappresentare un bel patrimonio biomedico.
Le staminali della polpa, in determinate condizioni, possono infatti differenziare e trasformarsi in specifiche tipologie cellulari, come: odontociti, osteociti, condrociti, adipociti, melanociti, cellule nervose, endoteliali, epatiche, cellule beta del pancreas, cellule muscolari e cardiache. Una capacità differenziativa ed un livello proliferativo cellulare della polpa che sembrerebbero essere addirittura superiori a quelli delle cellule estratte dal midollo. Anche il rapporto “numero di cellule staminali ottenute/massa di tessuto prelevato” è decisamente più elevato nel caso del tessuto pulpare.

Numerose ricerche precliniche sono orientate alla rigenerazione della dentina, del legamento parodontale, del cemento e dell’osso alveolare (in campo odontoiatrico), alla rigenerazione ossea (in campo maxillo-facciale ed ortopedico). Risultati interessanti sono riportati inoltre nella formazione di cartilagine, nel trattamento di patologie croniche e lesioni traumatiche del sistema nervoso. Recentemente il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche – Sezione di Farmacologia dell’Università di Torino diretto da G.N. Berta (Professore Aggregato di Farmacologia e Tossicologia) e formato da F. Di Scipio, A. Esprio, M. Carere, ha dimostrato la capacità delle staminali adulte estratte da polpa dentaria di differenziare in cardiomiociti, dimostrando un tropismo intrigante nei confronti di cardiomiociti danneggiati. “In particolare – dice Berta – si è riscontrato che i due istotipi sono in grado di interagire tra di loro in breve tempo dall’avvento del danno ischemico. Sebbene ottenuti in modelli preclinici, questi dati offrono spunti per ulteriori studi per approfondire l’eventuale miglioramento della funzionalità cardiaca a seguito di tali danni.”

Alla luce di quanto detto appare assolutamente chiaro che la figura del dentista potrebbe evolvere di gran lunga, non limitandosi alle cure odontoiatriche, ma assumendo un nuovo ruolo. Innanzitutto, informando i pazienti dell’esistenza di staminali dentali, della possibilità di estrarle e conservarle per il benessere e la salute futuri. E poi, partecipando attivamente alla preparazione dei campioni per il “processamento” e la crioconservazione. Ma è chiaro anche che perché questo tipo di pratica diventi routine, occorre che il dentista stesso prenda coscienza del suo ruolo chiave di “estrattore” e di “prelevatore” di cellule staminali.

I Consigli del tuo dentista

Lo spazzolino da denti non è eterno, sia si utilizzi uno manuale o uno elettrico. Le setole che lo compongono tendono a sfibrarsi perdendo l’efficacia ma per quelli particolarmente usurati c’è anche il rischio del distacco delle setole che vanno a incastrarsi negli spazi interdentali o sotto gengiva provocando danni ed infiammazioni. Mediamente è consigliabile sostituirlo ogni 2-3 mesi.

PROTEGGERE DENTI E GENGIVE DURANTE LE TERAPIE ONCOLOGICHE

Un calo delle difese immunitarie provocato dalle terapie oncologiche (chemioterapia e radioterapia) del distretto testa-collo può comportare complicanze orali. La maggior parte di queste, però, può essere prevenuta. Linee guida internazionali e nazionali, promosse dalle società scientifiche e adottate dagli odontoiatri, offrono consigli pratici per affrontare questi delicati momenti. Durante le terapie è consigliato rimandare interventi non indispensabili e comunque informare il proprio dentista riguardo alle cure in corso valutando con lui i trattamenti più idonei. Viene raccomandato, inoltre, di curare con particolare attenzione l’igiene orale avvalendosi di appositi collutori antisettici e analgesici ma soprattutto di chiedere che venga attivata una collaborazione e comunicazione tra oncologo e dentista di fiducia. I dentisti ANDI, da tempo attivi nell’Oral Cancer Day – giornata dedicata alla prevenzione del tumore del cavo orale che quest’anno si terrà il 17 maggio -, sono tra gli specialisti a cui rivolgersi con serenità e fiducia.